L’apertura della stagione estiva soffia nelle vele dell’occupazione, portando a giugno il numero di lavoratori a quota 24 milioni 326 mila. Ma desta allarme l’invecchiamento della forza lavoro: oltre il 40% degli occupati ha più di 50 anni.
I lavoratori sono 16mila in più rispetto a maggio (+0,1%), rileva l’Istat, e 363 mila in più su base annua (+1,5%). A sostenere il tasso di occupazione, stabile al 62,9%, è ancora una volta la crescita dei contratti a tempo indeterminato. A giugno i dipendenti permanenti sono 16 milioni 542 mila (+0,4% su maggio), mentre diminuiscono i dipendenti a termine (2 milioni 510 mila). Bene l’occupazione femminile: l’aumento degli occupati ha coinvolto 27 mila donne. I disoccupati, un milione e 621 mila a giugno, sono invece 71 mila in meno rispetto a maggio e 94 mila in meno nel confronto annuo. Il tasso di disoccupazione si è abbassato così di 0,3 punti rispetto a maggio, portandosi al 6,3%, mentre nell’Eurozona l’asticella è scesa dal 6,4% al 6,2%. «Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti sul fronte del lavoro: i nuovi dati diffusi dall’Istat confermano, ancora una volta, la costante crescita dell’occupazione e il calo della disoccupazione», ha scritto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui social network. La premier ha aggiunto che il governo «continuerà a sostenere sempre di più, e con misure concrete, le aziende e tutto il tessuto produttivo».
Il numero di lavoratori si mantiene sopra la soglia delle 24 milioni di unità ormai da un anno. Ma è da quando si è conclusa la fase più critica della pandemia che l’occupazione corre come non aveva mai fatto in precedenza. «Dal primo semestre del 2021 al primo semestre del 2025 gli occupati sono aumentati di oltre 1,9 milioni di unità, in primis grazie alle variazioni dei dipendenti permanenti, a cui però si sta associando, di recente, un positivo contributo degli autonomi», fa notare Confcommercio. «I dati di giugno sono positivi – commenta invece Confesercenti – ma l’occupazione si avvia a stabilizzarsi su una crescita più lenta, seguendo la dinamica del Pil».
L’INVECCHIAMENTO
Preoccupa, poi, l’invecchiamento della forza lavoro. L’aumento degli occupati a giugno ha coinvolto tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni per i quali si registra un calo dello 0,6% mese su mese e del 2% su base annua. Gli over 50 hanno fatto invece uno scatto in avanti del 6,2% nel confronto annuo e dello 0,5% su maggio: oggi costituiscono il 42% del totale degli occupati. Ma tra maggio e giugno il balzo più importante lo hanno fatto gli occupati nella fascia di età tra 15 e 24 anni, in aumento dello 0,8%.
Nonostante qualche segnale in chiaroscuro, insomma, la nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’occupazione mostra a giugno un’economia che, in un contesto di incertezza internazionale, rimane dinamica. Rimane cauto però il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella: «L’incremento del numero di occupati a giugno – afferma – seppur statisticamente poco significativo, conferma che l’economia italiana è ancora attraversata da importanti spunti di vivacità. Tuttavia bisogna prendere atto che l’incertezza internazionale e un non brillante clima di fiducia interno non permettono, almeno per adesso, di trasformare i buoni fondamentali in soddisfacenti risultati di crescita». Il tasso di occupazione, in un anno, è salito di 0,6 punti percentuali. Confesercenti, invece, accoglie positivamente il dato sugli indipendenti, in crescita di 190 mila unità rispetto a giugno 2024, ma avverte: «Si tratta di un dato che va monitorato attentamente per verificarne la tenuta nei prossimi mesi». L’incremento del numero di occupati si osserva anche confrontando il secondo trimestre 2025 con quello precedente: +0,4%, pari a +93 mila unità. Rispetto a giugno dell’anno scorso l’Istat vede poi in calo sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,5%, pari a -94 mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,2%, pari a -142 mila unità).
Questa settimana l’Istat ha anche diffuso le stime preliminari del Pil e dell’occupazione territoriale, da cui è emerso che è il Mezzogiorno la locomotiva del lavoro. Qui nel 2024 l’occupazione ha fatto registrare la crescita più sostenuta con un incremento del 2,2%. Bene anche il Centro, dove gli occupati sono aumentati dell’1,8%. Più contenuto è risultato lo sviluppo dell’occupazione nelle regioni del Nord-Ovest (+1,6%) e del Nord-Est (+0,9%).
L’Inps nel frattempo ha raggiunto nel 2024 il record storico di 27 milioni di assicurati, ovvero soggetti occupati regolarmente per qualsiasi periodo nel corso dell’anno, con un incremento di 400 mila unità su base annua e di 1,5 milioni rispetto al periodo pre-pandemico.
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