Ancora non scioglie il nodo, Matteo Ricci. Ma fa capire che, dipendesse solo da lui, sarebbe pronto ad annunciare che resterà in campo. «Se a destra pensano di intimorirmi usando questa vicenda, non hanno capito di che pasta sono fatto. Non mi farò intimorire». Ieri pomeriggio l’ex sindaco di Pesaro era atteso a un evento a Fermo, insieme a duecento amministratori riuniti da Alessandro Onorato. E nonostante l’inchiesta che ha colpito lui e altre 23 persone, piombata come un macigno sulla campagna elettorale per le Marche, e la volontà di prendersi una pausa di 48 ore per «riflettere» sul da farsi, il candidato del centrosinistra decide di non dare forfait. Un segnale, secondo molti, che il pressing del Pd per convincerlo a non mollare la corsa contro il governatore uscente Francesco Acquaroli ha avuto un effetto.
Il sostegno — «Se pensano che potranno utilizzare questa vicenda per avere un vantaggio elettorale non hanno capito che succederà l’esatto contrario», avverte Ricci. «Noi vinceremo e loro avranno da questa vicenda un boomerang che ricorderanno per tutta la vita». Sull’esito delle indagini si dice «fiducioso», l’eurodeputato dem: «Ho sempre fatto l’amministratore nella piena trasparenza nelle regole dicendo a tutti i collaboratori di rigare dritto e lavorare bene». E i suoi sostenitori, a Fermo, lo accolgono con un’ovazione. «Matteo, Matteo!». Lui si dice «emozionato e commosso»: «L’affetto, gli abbracci… Qualcuno mi ha lasciato anche il rossetto sulla camicia», sorride prendendo la parola. «Sono giorni particolari», ammette. Ma «io non faccio come quegli altri, rimango come sempre fiducioso e rispettoso al massimo del lavoro che la magistratura sta facendo. «Spero di essere ascoltato appena possibile per spiegare le mie ragioni. E sono sicuro che le accuse verranno comprese e riviste». Verrà sentito mercoledì prossimo in procura, Ricci. E la speranza, nel fronte progressista, è che da quel passaggio l’inchiesta possa uscire ridimensionata, almeno per quanto riguarda quell’accusa per concorso in corruzione che lo riguarda.
I dem, in ogni caso, non lo abbandoneranno. Dopo la telefonata privata di Elly Schlein due giorni fa, in cui la segretaria espresso vicinanza all’ex sindaco e gli ha chiesto di andare avanti, ieri il Nazareno ha espresso ufficialmente il suo sostegno. «Il Pd è pronto a fare al suo fianco la campagna elettorale», afferma il numero uno dell’Organizzazione Igor Taruffi. «Abbiamo sentito Matteo Ricci, che si è già dichiarato totalmente estraneo ai fatti contestati. Naturalmente abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e speriamo che questa vicenda venga chiarita al più presto. Siamo fiduciosi che andrà avanti come candidato presidente nelle Marche». Il problema, ora, è incassare il sì dei Cinquestelle.
Fondamentale, per Ricci. L’ex sindaco aveva già chiarito nelle scorse ore con i collaboratori che senza il via libera di Giuseppe Conte la sua corsa da governatore sarebbe giunta al capolinea. Un po’ per una questione di principio (la candidatura è frutto di un campo larghissimo di 19 liste, e coi 5S Ricci aveva gi governato pure a Pesaro). Un po’ per un motivo di Realpolitik: dato il testa a testa nei sondaggi, senza il supporto degli stellati le chances di vittoria sarebbero al lumicino.
L’attesa — A Campo Marzio, però, la posizione non è cambiata. Conte, che ieri ha avuto diversi contatti con Schlein, ha chiesto e ottenuto le carte della procura di Pesaro, e le sta studiando per capire la portata delle accuse. Non vuole rompere il rapporto con gli alleati dem, l’avvocato: farlo significherebbe mettere a repentaglio le intese quasi chiuse in tutte le altre regioni al voto, oltre che in prospettiva nazionale. Ma «la legalità e l’etica politica per noi sono una linea rossa», spiegano gli stellati. Motivo per cui per ora si prende tempo. Intanto l’evento di oggi a Fano di Marta Ruggeri, volto di punta dei 5S nelle Marche, viene annullato. Mentre è rinviato – per ora – un comizio di Avs con Bonelli e Fratoianni ad Ancona. Anche se i rosso-verdi marchigiani assicurano: «Non rinneghiamo il nostro sostegno all’ex sindaco». Con la speranza, diffusa nel centrosinistra, che la tegola piovuta sulla campagna nelle Marche non inneschi un effetto domino in tutte le altre Regioni al voto.
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