L’autunno very demure (e i suoi must have) la campagna Chanel e il ritorno di Victoria’s Secret: le news della settimana

Pensavamo che fosse un trend passeggero, una reazione di breve durata agli stravizi delle vacanze: era fine agosto quando la nostra estate Brat fatta di improbabili look festaioli verde acido è stata di colpo sostituita dalla necessità di essere «Very demure, very mindful«. Lo ricordiamo per chi vivesse nei pressi di Marte: moderati, equilibrati, persino morigerati, così ci vuole TikTok da un paio di mesi e così ci vogliono anche i brand perché, nemmeno a farlo apposta i must have dell’autunno-inverno sono proprio come la tendenza social comanda. Dimenticate i look estrosi e i mix di fantasie e abbandonate ogni velleità alla Carrie Bradshaw: il personaggio a cui ispirarsi è decisamente più Charlotte, per non dire proprio Rory Gilmore di «Una mamma per amica».

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Sembra che il nostro inverno sarà un tripudio di pantaloni fluidi da ufficio, blazer e sì, perfino il tanto bistrattato cardigan che per la stagione fredda esce dal dimenticatoio e si candida a diventare l’elemento che ci salva l’ouftit. Quali sono i must have imprescindibili?

Il blazer

Da un paio di anni li accumuliamo nell’armadio e facciamo bene, perché il blazer proprio non vuole saperne di tramontare: per la stagione fredda puntiamo sul classico nero, grigio o marrone (nuovo trend 2024), per il resto qualsiasi modello farà brodo e ci renderà demure al punto giusto anche indossandolo sui jeans. La dritta: di qualunque taglio o colore vi piaccia, cercatelo su Vinted dove troverete almeno 500 pezzi estremamente simili a quelli proposti in giro a prezzi che partono dai 5 euro. 

Il pantalone fluido 

Sembra passato un secolo da quando compravamo pantaloni cargo in massa: quest’autunno ci vuole decisamente meno militarizzate e più impegnate sul lavoro visto che il trend è il pantalone di taglio sartoriale, meglio se a gamba larga, magari con pieghe sfiziose e accompagnato dal blazer di cui sopra. «L’outfit con cui faccio il colloquio è quello con cui andrò al lavoro», diceva (bene) la capostipite del movimento «demure», e noi per la stagione fredda al lavoro ci andremo esattamente così (ma anche all’aperitivo, al brunch e alla serata).

Il cardigan

Era l’emblema dell’outfit «da nonna», quello che indossavamo se proprio costrette dall’aria condizionata o da una mattinata più fredda del previsto.

Qualche anno fa l’unico modo dignitoso per sfoggiarlo era senza nulla sotto o con reggiseno in bella vista, ma il suo momento è (finalmente?) arrivato: dai modelli oversize a quelli crop molto Anni Novanta, ancora meglio se bordeaux (il colore della stagione), il cardigan si riscopre pezzo versatile che tutti dovremmo avere nel guardaroba.  

Il tacco «demure» 

Dimenticate le altezze vertiginose e i tacchi a spillo, come pure gli stivali oltre il ginocchio: per essere dimesse e modestamente eleganti bisogna scendere un po’ (letteralmente) e quindi via libera ai tacchi a rocchetto e quelli quadrati, meglio se sotto le Mary jane tanto di tendenza ultimamente. Le scarpe più gettonate dell’inverno sono il modello decolleté dalla punta quadrata con il cinturino da signorina, meglio se di vernice alla Dorothy del Mago di Oz (altro personaggio abbastanza demure).

PILLOLE FASHION

Margot Robbie e Jacob Elordi per Chanel n.5

Sono belli, anzi bellissimi, si amano e si danno appuntamento senza poi incontrarsi davvero (cosa successa a tutte noi con soggetti decisamente non all’altezza di Jacob). Non si parla d’altro che della nuova campagna per il profumo Chanel n. 5, che vede l’ex Barbie e il protagonista dell’osannato «Saltburn» insieme. E insieme saranno anche sullo schermo in un remake di Cime Tempestose che ha già fatto scalpore prima di uscire: per qualcuno non proprio il cast ideale, ma l’importante, si sa, è che (già) se ne parli.

Il ritorno degli Angeli 

Questa sera a New York Gigi Hadid, ma anche Tyra Banks e Adriana Lima torneranno in passerella con l’obiettivo di riportare in auge Victoria’s Secret e la sua sfilata-show sospesa ormai cinque anni fa durante il picco massimo della body positivity. Gli «Angeli» allora erano stati giudicati troppo perfetti e il brand accusato di non valorizzare abbastanza le fisicità alternative, nonché di promuovere un ideale di donna troppo lontano dalla realtà. Il tutto si era tradotto in un calo vertiginoso delle vendite dal quale Victoria’s Secret non si è mai ripreso: un problema che i vertici sperano di risolvere tornando — almeno un po’ — alle origini. Staremo a vedere.