«Il cambiamento da portare avanti», per Matteo Salvini. «La sanità pubblica smantellata da ricostruire», per Elly Schlein. E ancora l’idea di «rivoluzione ambientale come grande opportunità di crescita sostenibile», rilanciata a Terni dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, con il deputato Claudio Mancini. Nell’ultima domenica di campagna elettorale, il viavai della politica per le elezioni regionali ha quasi intasato le strade della piccola Umbria, alle prese ieri pure col derbyssimo. Si giocava Perugia-Ternana, che tra le colline del Cuore verde è un evento da 8mila spettatori anche in Serie C e stavolta ricordava in controluce un altro derby da campagna elettorale. Quello tra due sindaci-personaggio: l’istrionico Stefano Bandecchi, primo cittadino di Terni, segretario nazionale di Alternatica Popolare entrato da titolare nella squadra del centrodestra e Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia fresca di elezione e chiamata a giocare il ruolo di spalla-fantasista nel centrosinistra.
La governatrice leghista Donatella Tesei, in corsa per il bis e la sfidante sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti (civica) sanno di avere davanti 5 giorni da sprint al fotofinish. Ancora ieri, hanno fatto tappa in Umbria pure il presidente del Pd Stefano Bonaccini, l’europarlamentare Marco Tarquinio, che gioca in casa perché è assisano come Proietti e la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, tornata a Perugia dopo aver organizzato tra Assisi e il capoluogo, meno di un mese fa, il G7 dell’inclusione. Oggi arriva Carlo Calenda e giovedì a Perugia ci sarà Giorgia Meloni insieme a Salvini e Tajani.
Il segretario della Lega, complici gli impegni istituzionali e le percentuali diverse rispetto al 2019, non s’è visto tanto quanto cinque anni fa quando percorse in lungo e in largo tutti i piccoli borghi della regione per portare la “sua” Tesei, allora senatrice, a vincere col 65 per cento e la Lega a quota 37 in una regione che un tempo si raccontava rossa. Ieri, comunque, il leader del Carroccio ha riacceso la memoria e macinato chilometri da mattina a sera: Cannara, Bettona, Castelritaldi, Deruta, San Gemini e poi la Comunità Incontro di Amelia. Ha parlato di infrastrutture e sviluppo: «L’Umbria è tornata a correre e la gente non vuole tornare indietro di 50 anni. A Foligno abbiamo vinto per 27 voti, questo vuol dire che la differenza la fate voi che andate a votare …». Il centrodestra mette in fila i risultati di 5 anni di governo: turismo da record, mezzo milione di passeggeri in un anno all’aeroporto San Francesco che rischiava di chiudere e occupazione meglio della media nazionale. Il centrosinistra batte sulla sanità. «A Todi ho incontrato una signora — ha ricordato Elly Schlein — che mi raccontava come per una risonanza magnetica le hanno detto di dover aspettare più di un anno, lei non aveva quell’anno da aspettare e ha dovuto tirare fuori 300 euro per andare in un ambulatorio privato». Poi i valori: «Faremo della pace la nostra bandiera — ha scandito ieri Proietti — siamo gli unici a parlarne seriamente».
La contesa si gioca anche sui giovani, non tanto sul loro voto, ma sulle ricette per invertire la tendenza di una regione d’emigrazione, che perde laureati a ritmo veloce diventando sempre più anziana e sempre più piccola: meno 34mila residenti in 10 anni, l’equivalente di un medio comune come Gubbio sparito. Il pepe è arrivato da un’inchiesta per abuso d’ufficio archiviata, che vedeva indagate la presidente Donatella Tesei e l’assessore a bilancio, turismo e fondi europei Paola Agabiti. Al centro i fondi pubblici per il settore agricolo e l’azienda di proprietà del marito dell’assessore, in cui lavora pure il figlio della governatrice. «Archiviata perché il governo ha abolito il reato», l’attacco dal centrosinitra. «Non c’è nulla, solo indegna speculazione», la posizione del centrodestra. E ora lo sprint.
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