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«La mossa politica è fatta. Adesso tornino indietro»


«Se volevano attirare l’attenzione del mondo su Gaza lo hanno fatto, e in maniera coraggiosa. Ma per uscirne ora serve una via dialettica. Con le forzature non si ottengono risultati».

Ettore Rosato, deputato e vicesegretario di Azione, condivide la preoccupazione del ministro Crosetto per gli italiani sulla Flotilla?

«Quelle di Crosetto sono parole molto chiare e responsabili. Di chi rivendica di aver fatto quello che altri governi non hanno fatto, come mandare una nave da guerra per dare a Israele un segnale chiaro. E di chi dice: attenzione che una volta che si esce dalle acque internazionali in un contesto così rovente, si rischia l’incidente. Un appello che condivido».

Quindi gli italiani a bordo farebbero bene a tornare indietro?

«A nostro giudizio va colto il tentativo di mediazione offerto dalla Cei e dal cardinale Pizzaballa per far arrivare gli aiuti della Flotilla attraverso Cipro. Proseguire verso la Striscia cercando di forzare il blocco navale trasformerebbe il segnale importante che la Flotilla ha mandato in un pericolo per chi è su quelle barche. E non sfrutterebbe quella che invece appare un’occasione per far ripartire il dialogo tra le parti in vista di una tregua».

C’è chi sottolinea un problema, però: anche se lo volessero, gli italiani non potrebbero decidere da soli di tornare indietro. Gli equipaggi appartengono a 44 Paesi diversi, chi è a capo della Flotilla intende proseguire.

«È il rischio che si corre in ogni manifestazione. L’importante è che chi la guida mantenga la testa sull’obiettivo che la mobilitazione si prefiggeva».

Che nel caso della Flotilla era consegnare aiuti umanitari.

«Siamo onesti. Quanto valgono quegli aiuti? Quante tonnellate portano quelle navi? Non è quello il problema. Ci sono file di camion fermi ai confini di Gaza con aiuti alimentari che non vengono fatti entrare. Lo scopo era lanciare un messaggio. Ed è già stato raggiunto. Un eventuale rinuncia adesso sarebbe più utile alla causa palestinese».

Si rischia l’incidente?

«I precedenti parlano chiaro. Se per Israele quella è zona di guerra, non farà entrare nessuno».

La premier ha definito i parlamentari italiani a bordo come irresponsabili. Concorda?

«Sono sicuro che saranno di aiuto per raggiungere una mediazione ed evitare lo scontro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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