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Alberto Angela si sente a metà tra Ulisse o Indiana Jones. Lo spiega al Corriere della Sera. «Ulisse affrontava l’ignoto usando la razionalità e quando fai ricerca è un approccio fondamentale.
Alberto Angela conduce Stanotte a Roma, chi è il divulgatore scientifico? Età, perché è nato a Parigi, dove vive, la vita privata, la carriera e il rapimento
Indiana Jones rimanda invece all’immagine dell’uomo che si trova a tu per tu con le civiltà passate: lui piace per questo, per la voglia di scoprire mondi antichi e affascinanti».
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Alberto Angela si racconta
A lui piace «pensare che la scienza possa interessare attraverso i miei programmi».
E perché no. A Parigi, da bambino, lo chiamavano «mister perché». «Facevo un sacco di domande ai maestri, non mi bastava mai. Da bambino ero già appassionato di storia, affascinato dal racconto di epoche lontane, mi faceva l’effetto di un film di fantascienza, come viaggiare in mondi di fantasia, ma autentici».
Il rapporto con il padre
Se suo padre, Piero Angela, gli ha insegnato lavoro, umiltà, qualità la dote del divulgatore c’era già, dentro di lui racconta al Corriere della Sera: «Anche quella già da piccolo, sono sempre stato il contrario del timido. A scuola per me avevano inventato un premio per l’eloquenza. Ero un predestinato a divulgare».
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Lavorare con suo padre non è mai stato un problema. «Mai. A me piace divulgare, spiegare la scienza, la tv ha l’effetto collaterale di farti riconoscere per strada ma non è mai stato il mio obiettivo. Se fai tv per i selfie con gli spettatori non vai lontano».
Il nuovo programma
Adesso il divulgatore torna in prima serata, su Rai1 con Stanotte a Roma, un viaggio tra le meraviglie della capitale: «È un viaggio nella città della memoria che racconta epoche diverse: l’età romana, rinascimentale, barocca, papalina. E poi si aggiunge il fascino di una città vuota, deserta, che colpisce per il silenzio e certe inquadrature fiabesche».
La sua televisione non si può basare solo sui numeri ma anche sulla qualità. E qui non ha rivali. «Non ci sono altri Paesi che mettono in prima serata al sabato un programma di scienza e cultura». Ultima domanda: Il suo «rivale» Giacobbo lo guarda?. Risposta onesta al Corsera. «Chi fa tv non guarda la tv, non faccio lo snob, ma ho davvero poco tempo per vederla. Solo per questo programma ho lavorato di notte per 5 settimane»
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