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I pacchi regalo di Meloni e il gelo Salvini-Giorgetti. «Confronto dopo le feste»


Giorgia Meloni smorza la tensione a modo suo. Battute, auguri di Natale e un pacco regalo très chic sulla sedia dei ministri: porcellane d’autore e profumi per la casa. E le tensioni da smorzare non sono poche. È il Consiglio dei ministri del “day-after”, il primo vertice di governo dopo giornate sull’altalena al Senato, dove la Manovra è attesa oggi per il via libera finale in aula.

Come in una partita di curling la premier spazza gli ultimi ostacoli davanti alla legge di bilancio e prova ad andare a segno. Spazza in là ad esempio il decreto “Ucraina”, il testo con cui il governo prorogherà di un anno la possibilità di inviare armi alla resistenza di Kiev. Se ne discuterà nell’ultimo Cdm del 29 dicembre, mentre nelle retrovie procedono i contatti tra Lega e Fratelli d’Italia per valutare se inserire nel preambolo un riferimento alle trattative di pace e all’uso “difensivo” delle munizioni italiane. Tempo al tempo.

SEMAFORO VERDE

Il menù del penultimo Cdm prima del Natale — oggi ci sarà una nuova riunione lampo per l’ok alla nota di variazione di bilancio — prevede un po’ di tutto, dal via libera al decreto che allunga a due giorni il voto del referendum sulla giustizia alla riforma dei porti. Ma sono i fuori-menù a tenere sulle spine la destra a Palazzo Chigi. Come i rapporti fra Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, il veterano e il capo della Lega reduci da giornate di sospetti e tensioni sulla stesura della finanziaria e del capitolo pensioni.

Rientrate? Non proprio. Il ministro dell’Economia e il vicepremier si presentano puntuali alla riunione di governo. Ed ecco ripetersi lo stesso copione del vertice sulla Manovra convocato d’urgenza da Meloni venerdì sera: non si parlano, neanche un saluto. Gelo artico. Salvini illustra ai colleghi la “sua” riforma dei porti, passa tra una sedia e l’altra a distribuire slides e infografiche. Mentre il titolare del Mef assiste in silenzio. Fonti della Lega spiegano che un chiarimento fra segretario e vice del partito, per chiudere definitivamente il caso-pensioni, arriverà «dopo le festività».

Quindi 26 dicembre o 7 gennaio? Più la seconda a giudicare dal rendez-vous di ieri pomeriggio. Con i suoi Giorgetti rivendica le scelte fatte in Manovra, la legge di bilancio “sobria” ma non di “austerity” e si dice amareggiato per le accuse mosse dal suo partito, peraltro pubblicamente. Dalla cerchia di Salvini ieri provavano a smorzare. Dimissioni di Giorgetti? «Assolutamente, le opposizioni vogliono le sue dimissioni, continuino a sognare» tagliava corto il capogruppo Massimiliano Romeo intercettato dall’Ansa fuori dal Senato. «Nella Lega non ci sono frizioni».

Ma le frizioni ci sono eccome dietro le quinte. Con un pezzo di partito che ormai vede nel ministro dell’Economia, difeso a spada tratta dalla premier, il “ministro di Giorgia”. Il tempo dirà. Meloni non ha preso bene — eufemismo — le bizze di Salvini degli ultimi giorni, né sottovaluta la portata della faglia che si è aperta nella Lega. Ma intanto veste i panni del pompiere e fa filare liscia la riunione dei ministri.

Aiuta a centrare l’obiettivo un po’ di colore. A partire dai pacchi regalo che fa trovare sulle sedie a tutta la squadra di governo. L’altr’anno li aveva deliziati con un barattolo di Nutella, quest’anno sulla gola ha avuto la meglio il design. Nella scatola dell’azienda Campo Marzio uno svuota-tasche in porcellana targato Ginori raffigurante la chiesa fiorentina di San Miniato al Monte e un profumo per la casa. Il bis è stato invece offerto dal ministro all’Agricoltura e meloniano doc Francesco Lollobrigida: una box con un barattolo di miele e un libro fotografico sul “Pranzo della domenica” che celebra la candidatura di questa tradizione arci-italiana a patrimonio dell’Unesco (l’autore è il giornalista Marco Panella e il libro ha ben tre prefazioni: Lollobrigida, Giuli e il sindaco dem di Napoli Manfredi).

TUTTI IN AULA

Prende la parola il ministro Adolfo Urso e illustra i nuovi francobolli: Pippo Baudo, Claudia Cardinale, Giorgio Armani, Claudio Villa. Omaggi postumi a grandi italiani che allargano un sorriso sul volto della scaramantica Meloni: «Se muoio non voglio un francobollo: lo dico in Cdm così resta agli atti». Poi gli auguri di Natale ai ministri e le rispettive famiglie conditi da una battuta dal sapore agrodolce: «Tanto ci rivedremo presto…».

Saranno vacanze lampo per la premier reduce da una girandola di missioni all’estero. Oggi il via libera finale alla Manovra al Senato e il voto di fiducia: Luca Ciriani, ministro ai Rapporti con il Parlamento, ha precettato tutti i colleghi senza eccezioni, «è fondamentale esserci». Poi il Cdm del 29 sugli aiuti a Zelensky, a chiudere il penultimo anno prima delle elezioni politiche. Un doppio momento della verità. Per la tenuta della maggioranza sul sostegno all’Ucraina e per la tenuta dei rapporti tra i gemelli diversi — ora più che mai — ai vertici del Carroccio.


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