Ha vinto l’oro nel lancio del disco categoria F52, lo ha fatto stabilendo tre record del mondo consecutivi, e ora è anche un fenomeno dei social e non solo. Tutto per l’intervista rilasciata ad Elisabetta Caporali di Rai Sport subito dopo la gara che gli è valsa il trionfo iridato. «Che devo dì?», ha risposto in romano Rigivan Ganeshamoorthy, nato nella capitale da genitori dello Sri Lanka. Oltre che alla mamma, ha dedicato l’oro proprio alla sua città e al suo municipio, il decimo, quello del mare di Roma.
I messaggi sul telefono
Per Ganeshamoorthy oltre all’emozione è arrivata anche la delusione per alcuni messaggi ricevuti sul suo telefono. «Ieri non appena ho preso il cellulare non riuscivo a toccarlo perché scottava: quattrocento messaggi su Whatsapp, oltre mille richieste di amicizia su Instagram — ha affermato — Ho sentito tutta la famiglia, amici stretti.
Persone che non conoscevo mi hanno fatto i complimenti. Forse l’unica cosa negativa erano alcune persone che mi scrivevano cose indelicate sul colore della pelle. Ancora nel 2024 sentire questa cosa è un po’ triste. Vabbè gli ignoranti sono loro, a me scivola addosso».
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La medaglia
Non solo il gradino più alto del podio, ma anche una performance straordiaria per Ganeshamoorthy. Allo Stade de France si presenta con le aspettative derivate dal suo record europeo di categoria, ma niente a che vedere con ciò che sta per fare. Al secondo lancio il primo record mondiale: 25,48 metri. Una grande impresa, che non sembra soddisfarlo. Terzo lancio: 25,80. Due record mondiali in una sola gara hanno dell’incredibile. Rigivan non si ferma e va in pedana per difendere la prima posizione: 27,06 metri. Inarrivabile, supera di 3,26 il record precedente a questa finale. Nei prossimi giorni punterà a replicarsi nel lancio del giavellotto, sempre categoria F52.
Chi è Rigivan
Nato nel 1999 da genitori srilanchesi, scopre nel 2017, a diciotto anni, di essere affetto dalla sindrome di Guillain-Barré: una malattia che attacca il sistema nervoso periferico causando paralisi a braccia e gambe. Neanche il tempo di metabolizzare che nel 2019 un incidente, in cui rimane coinvolta la spina dorsale, peggiora la sua condizione. Durante la riabilitazione all’Ospedale Santa Lucia conosce il basket in carrozzina, «ma era molto faticoso, non faceva per me. Poi un giorno nell’officina meccanica dove lavoro scambio due parole con un esponente della FISPES che mi invita a provare con l’atletica», ha detto Rigivan al Comitato Italiano Paralimpico. Si appassiona così ai lanci, ma non solo. Pratica anche la scherma in carrozzina. La sua è un’ascesa rapidissima: queste Paralimpiadi, infatti, sono solo la sua terza gara internazionale.
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L’intervista
Davanti ai microfoni di Rai Sport si presenta impacciato e dice di essere molto timido, ma, da buon romano, compensa con l’umorismo: «A questi giochi forse un po’ troppi disabili?». Poi la dedica alla madre, alla sorella, a Dragona, al vicino che gli ha dato la sua bandiera, «che forse vale più di una medaglia d’oro». Immancabile anche il pensiero a «tutti gli altri disabili che stanno a casa» e poi, con colpevole ritardo, alla sua ragazza. Elisabetta Caporali vuole saperne di più e gli da appuntamento per il giorno dopo, con la medaglia. «Domani se vedemo», promette Rigivan.
La chiamata di Gualtieri
Nel pomeriggio di lunedì Ganeshamoorthy ha ricevuto anche la chiamata del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che gli ha fatto i complimenti «a nome di tutta la città per la grandissima impresa compiuta e per la sua umanita’ e simpatia emerse durante le interviste post gara», si legge in una nota del comune. Gualtieri ha anche invitato ‘Rigi’ in Campidoglio.
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