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governo a Ferragosto (senza la sinistra)


PARIGI Se le guerre continuano nel mondo, la tregua olimpica ha dato respiro almeno a una persona: Emmanuel Macron. Il presidente francese è arrivato alla cerimonia inaugurale dei Giochi il 26 luglio livido e teso come raramente si era visto in pubblico: sulle spalle mesi di crisi politiche, sulla testa una pioggia battente e davanti ore di una kermesse in mondovisione su cui gravavano mille minacce alla sicurezza. Quando ha dichiarato aperta la 33esima Olimpiade dei tempi moderni, una settimana fa verso le undici di sera — lui, uomo di teatro dalle naturali doti di oratore — lo ha fatto in modo quasi sciatto, a tirar via. In una settimana ha ripreso i colori. Non solo la leggera abbronzatura di alcuni giorni passati nella residenza estiva della presidenza a Fort Bregançon nel sud della Francia, ma anche questo time out imposto alla politica francese gli stanno ridando ossigeno. Ieri si è concesso una scappata a Parigi per godersi qualche medaglia dei Bleus (e incontrare Giorgia Meloni) ma di politica per ora non parla. Si lavora soprattutto dietro le quinte. Il tempo gioca in suo favore e a sfavore del Nouveau Front Populaire, l’alleanza delle sinistre uscito primo partito dai ballottaggi del 7 luglio. I leader verdi, socialisti, comunisti e radicali della France Insoumise stanno tutti perdendo punti di popolarità. Non decolla nemmeno la loro candidata premier, Lucie Castets, funzionaria responsabile del bilancio del Comune di Parigi.

Parigi 2024, a Versailles l’incontro tra Meloni e Macron

I TEMPI

Nonostante il suo movimento Ensemble sia stato sconfitto alle elezioni (che non hanno comunque dato a nessuno una maggioranza abbastanza ampia per governare) Macron è tornato questa settimana padrone del tempo. Il calendario lo detta per ora lui: nessun nuovo (o nuova) premier sarà nominata prima dell’11 agosto, fine delle Olimpiadi. Nelle sue intenzioni il nuovo governo di ferragosto, dovrebbe essere un governo di “larghe intese”, con dentro la sinistra non radicale (escluso quindi Jean-Luc Mélenchon), il centro e i gollisti moderati che hanno rifiutato il patto con l’estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Secondo le ultime indiscrezioni politiche a margine delle Olimpiadi, sarebbe l’ex ministro di Nicolas Sarkozy, Xavier Bertrand, gollista dell’ala moderata e sociale, a manovrare per costruire una maggioranza “costruttiva” che comprenderebbe anche i deputati del partito centrista-radicale Liot, i macroniani e i socialdemocratici di buona volontà. Il presidente di Liot, Bertrand Pancher ha disegnato l’identikit del futuro premier: «Deve assicurare un minimo di consenso, deve saper ascoltare e avere doti di modestia…restando comunque un oppositore di Macron». Il presidente penserebbe ad includere in questo governo di ferragosto (o in caso di settembre, dopo le Paralimpiadi) anche Raphael Glucksmann, socialdemocratico reduce da un ottimo risultato alle europee, che ha appoggiato il Nuovo Front Populaire contro l’estrema destra senza nascondere il profondo disaccordo con i radicali di Mélenchon. Per ora le Olimpiadi sembrano aver fermato la caduta libera della popolarità di Macron, che ha guadagnato un paio di punti (ma solo il 27% gli dà totale fiducia) mentre sale il premier dimissionario Gabriel Attal, al 38%. In discesa i leader della sinistra, che stanno perdendo lo stato di semi-grazia seguito al buon risultato delle legislative. Discreta per ora l’estrema destra del Rassemblement National che ha comunque guadagnato 54 deputati rispetto alla passata legislatura: l’obiettivo ora è l’Eliseo nel 2027. Per il nuovo governo invece l’obiettivo è molto più vicino: il primo ottobre, data ultima per approvare il bilancio, funestato da debito ai massimi e procedura per infrazione Ue.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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