ROMA La tragedia delle Foibe avrà la sua prima grande mostra. Un racconto complesso costruito su documenti originali, fotografie d’epoca, carte d’archivio, apparati multimediali, che porteranno le pagine di una difficile verità storica negli spazi espositivi di un monumento simbolo come il Vittoriano di Roma. «L’inaugurazione è prevista per i primi mesi del 2025», fanno sapere dal Ministero della Cultura, dove è stata firmata, ieri, la convenzione tra l’Istituto Vittoriano e Palazzo Venezia (il polo museale romano statale ribattezzato con l’acronimo ViVe) e la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Una prima tappa narrativa, una sorta di prestigioso prologo, nel percorso, già annunciato lo scorso gennaio, di apertura del futuro nuovo Museo del Ricordo dedicato alla memoria di un capitolo buio e miserabile del Novecento, quello dell’eccidio di civili e militari italiani, esuli istriani, fiumani e dalmati, risucchiati nella complessa vicenda del confine italiano orientale con la Jugoslavia guidata dal maresciallo Tito durante la Seconda Guerra mondiale e nel secondo dopoguerra. «Il piano per il Museo del Ricordo è stato votato all’unanimità al Senato, manca solo l’ultimo passaggio con il voto alla Camera», aggiungono dal Collegio Romano.
LA RIUNIONE
Soddisfatto il ministro Gennaro Sangiuliano: «Questa mostra è il primo e importante passo verso la realizzazione del Museo del Ricordo qui a Roma dedicato alla memoria dei martiri italiani delle foibe massacrati dalla cieca violenza comunista titina. Grazie all’intesa con la Federazione delle Associazioni degli esuli — ha spiegato il ministro — daremo vita ad un’esposizione al Vittoriano che accenderà, in un luogo altamente simbolico e centrale per l’identità nazionale, un faro potente sul buco nero della memoria legata all’esodo giuliano-dalmata».
Sulla base dell’accordo firmato ieri, la direzione del Vittoriano, istituto promosso alla gestione autonoma, metterà a disposizione dell’evento tutto il primo livello del monumento. La mostra sarà temporanea e ad ingresso gratuito per il pubblico, e conterà su un progetto scientifico curato dalla Federazione delle Associazioni degli esuli.
Cuore della rassegna sarà la strage di Vergarolla, vicino Pola, avvenuta il 18 agosto del 1946 (di cui Sangiuliano ha voluto ricordare l’anniversario proprio con la firma della convenzione) che portò alla morte di oltre cento italiani di cui un terzo bambini.
I MISTERI
Una vicenda, quest’ultima, ancora avvolta da tanti misteri e senza colpevoli individuati. Un tema complesso e delicato che sarà, poi, affrontato e sviluppato nell’allestimento permanente del Museo del Ricordo che avrà sede in via Principessa Maria Adelaide, dove spicca l’edificio di proprietà della Regione Lazio (partner strategico in questa operazione culturale), a due passi da piazza del Popolo. «La convenzione siglata con Federesuli — commenta la direttrice del Vittoriano, Edith Gabrielli — serve a ricordare un episodio storico estremamente doloroso per migliaia e migliaia di nostri concittadini, e dunque per il popolo italiano nella sua interezza. Come direttrice, sono e rimango persuasa che, in attesa del Museo del Ricordo, il Vittoriano sarà all’altezza di questo compito istituzionale, civile e morale». Di «progetto ambizioso» parla anche il presidente di Federesuli, Renzo Codarin, che ieri ha partecipato alla firma dell’accordo con il presidente onorario dell’associazione Giuseppe De Vergottini e il ministro plenipotenziario Michele Rampazzo, coordinatore per le minoranze e gli esuli.
Le reazioni politiche non sono mancate. Di «nuova pietra sulla strada della riacquisizione della comune memoria storica degli italiani» parla il senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, padre della legge sul Ricordo delle foibe. Per il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri si tratta di «una svolta storica per ricollocare nella memoria collettiva un momento tragico della vita italiana».
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