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«Ecco perché i radioamatori sono i primi makers della storia»


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«Satelliti, Radioamatori, Makers». È con questo slogan presente nella locandina del Maker Faire di Roma, inaugurato stamani, che la sezione ARI di Roma (Associazione Radioamatori Italiani), in collaborazione con l’ARI nazionale, partecipa anche quest’anno alla nuova edizione dell’evento, promosso dalla Camera di Commercio romana dal 25 al 27 ottobre (padiglione K).

La novità è la presenza, nello stand dell’ARI, della Scuola di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza (SIA) con la quale i radioamatori hanno firmato una intesa pluriennale per la pianificazione, costruzione ed operazione di impianti di comunicazione e telecontrollo per satelliti e droni. In particolare allestiranno prossimamente, presso la sede della Scuola, una ground station composta da ricetrasmittenti adatte al collegamento satellitare, antenne direzionali a controllo automatico comandate da Arduino e realizzeranno software per la previsione e l’analisi delle orbite.

Nello stand si può ammirare una copia funzionante del satellite “AstroBio CubeSat” realizzato dalla SIA, insieme alle apparecchiature che i radioamatori realizzano per i collegamenti con lo spazio. Tantissimi i giovani delle scuole che si sono soffermati a visitare lo stand, risultando particolarmente interessati ai collegamenti “EME” (Terra — Luna -Terra) che permettono di utilizzare la Luna come specchio riflettente per trasmettere un segnale radio a lunga distanza. Anche le trasmissioni in codice Morse, ancora molto diffuse tra i radioamatori, sono un notevole punto di attrazione per i visitatori che desiderano imparare ad utilizzare i tasti telegrafici. Nell’anno dedicato al 150mo anniversario della nascita di Gugliemo Marconi, padre della radio, i radioamatori dell’ARI continuano ad approfondire le scoperte del grande scienziato italiano tenendosi al passo dell’evoluzione tecnologica.

Radioamatori, i primi «makers» della storia

I radioamatori sono spesso considerati i primi veri «makers» della storia perché incarnano lo spirito dell’esplorazione e dell’autocostruzione sin dai primi giorni della radio comunicazione. All’inizio del XX secolo, quando la radio era una tecnologia emergente, gli appassionati di radio si sono autoistruiti, sperimentando con componenti elettronici e costruendo le proprie stazioni radio.

Questi pionieri hanno spianato la strada per l’innovazione e hanno condiviso apertamente le loro scoperte, aprendo la strada alla creazione della comunità di radioamatori.

Ancora oggi, i radioamatori sono noti per costruire e personalizzare le proprie attrezzature, sperimentare con nuove tecniche e contribuire attivamente allo sviluppo della radio comunicazione. Questo spirito di esplorazione, apprendimento e condivisione li rende veri precursori del movimento maker, ispirando le generazioni successive di appassionati di tecnologia a mettere le mani in pasta e a esplorare il mondo delle comunicazioni elettroniche.

Le otto ragioni per cui i radioamatori sono i primi makers della storia:

  • I radioamatori spesso costruiscono le proprie stazioni radio, compresi trasmettitori, ricevitori e antenne. Questo richiede conoscenze di elettronica e la capacità di saldare e assemblare componenti e pezzi meccanici.
  • La progettazione e la costruzione di antenne adatte a diverse bande di frequenza è un’attività comune tra i radioamatori. I makers possono trovare questo campo affascinante per la sua ingegneria pratica.
  • I radioamatori si avventurano spesso nelle comunicazioni digitali, utilizzando modi di trasmissione ad alta efficienza. Questo coinvolge la configurazione di software e hardware per decodificare e codificare segnali digitali.
  • I radioamatori hanno satelliti tutti per loro e possono parlare con gli astronauti a bordo della ISS. Questa attività richiede la costruzione di stazioni terrestri complesse e all’avanguardia. 
  • Utilizzano microcontroller e microprocessori per il controllo remoto di stazioni radio o la creazione di sistemi di registrazione e playback.
  • I radioamatori spesso si dedicano a esperimenti come la propagazione delle onde radio, l’ascolto di segnali misteriosi o la caccia alla volpe, in cui è necessario cercare segnali radio nascosti. 
  • Alcuni radioamatori lanciano palloni sonda per effettuare misurazioni atmosferiche e trasmettere dati in tempo reale. Questo può coinvolgere la progettazione di sistemi di trasmissione, tracciamento e recupero. 
  • I radioamatori partecipano spesso a concorsi per testare le proprie abilità e attrezzature. Questo richiede una buona pianificazione e l’ottimizzazione delle stazioni radio.

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