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Da Miranda Priestly a Karl Lagerfeld, a Milano il debutto dell’artista Olivia Ghezzi Perego


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A Milano capita che un personaggio di fiction diventi il punto focale di una mostra reale. Alla Moiré Gallery, Miranda Priestly sembra essersi materializzata al centro della sala: non per dettare legge su outfit e deadline con la rivista Runway, ma per scrutare, quasi con aria di sfida, le opere de “Il diavolo veste Olivia”, prima personale di Olivia Ghezzi Perego. Poi Re Giorgio Armani in un tripudio di corone, Dolce & Gabbana immersi tra cuori e croci, il Kaiser Karl Lagerfeld circondato dalla sua Choupette, la ricchissima gatta ereditiera in versione black. E da quello sguardo prende forma una riflessione inattesa sul modo in cui si osserva l’arte, la moda e noi stessi. Il setup della galleria di via Borgospesso 18 è una dichiarazione di intenti. L’iconico film “Il diavolo veste Prada” è un pretesto scenico per avvicinare due mondi che, nella pratica quotidiana di Ghezzi Perego, sono inseparabili.

Miranda Priestly_Olivia Ghezzi Perego

Da una parte, tele pop e vivaci dedicate ai grandi nomi del fashion system. Dall’altra, gli abiti sartoriali di Maison Olivia, il marchio fondato dall’artista nel 2008 e oggi sinonimo di eleganza su misura. Una sfilata silenziosa in cui couturier e direttori creativi, trasformati in ritratti senza volto, osservano i capi esposti come giudici gentili ma intransigenti. È proprio l’assenza del viso la cifra stilistica della designer-artista. Nei suoi dipinti, gli idoli della moda diventano silhouette identitarie ma mute, un invito per l’osservatore a completare il puzzle con immaginazione e stato d’animo. «Il personaggio lo indovini tu», suggerisce l’illustratrice, lasciando spazio a un gioco interpretativo che ribalta il rapporto tradizionale tra autore e pubblico.

Dolce & Gabbana_Olivia Ghezzi Perego

Per Ouafa Lotfi Tahoun, fondatrice e curatrice della galleria, il nuovo allestimento è «un incontro ironico e giocoso tra arte e moda».

Una metafora in cui i grandi del settore sembrano accogliere, o forse mettere alla prova, una stilista che si muove con naturalezza tra tessuti preziosi e colori accesi, costruendo un linguaggio personale che unisce sensibilità sartoriale e sperimentazione materica. Nata nel 1983 e formatasi all’Istituto Europeo di Design, Ghezzi Perego ha affinato l’estro collaborando con Moschino e Alberta Ferretti, per poi dedicarsi alla sua maison e a una breve parentesi televisiva come stylist. Il ritorno alla pittura nel 2023 segna l’inizio di una ricerca che fonde cultura pop, immaginario estetico e riflessione identitaria. Una collezione di portrait contemporanei in cui ogni personaggio è riconoscibile anche senza i suoi lineamenti.

Giorgio Armani_Olivia Ghezzi Perego

Ad accompagnare il vernissage, i vini della cantina trentina La-Vis, che presenta la linea “Ritratti”: sei etichette ispirate ai lavori originali dell’artista Margherita Paoletti, ognuna dedicata a una figura femminile intrecciata a simboli naturali. Un progetto enologico che trasforma la bottiglia in un piccolo quadro da gustare, celebrando la biodiversità delle Colline Avisiane e aggiungendo un ulteriore strato sensoriale al percorso artistico. Tra stile, fantasia e un pizzico di cinematografia, l’esposizione è un monito a farsi guardare dalle opere tanto quanto a guardarle. Perché, in fondo, il diavolo non veste soltanto, ma osserva.

Karl Lagerfeld_Olivia Ghezzi Perego


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