Confindustria rilancia sul Piano Mattei. E chiede — attraverso Riccardo Di Stefano, presidente dei giovani di Viale dell’Astronomia, durante l’annuale convegno di Capri — un maggiore ruolo. «Le imprese — dice — facciano parte in modo stabile della cabina di regia» di Palazzo Chigi. Cioè dove si decidono le strategie e gli interventi della piattaforma di cooperazione verso l’Africa. Perché — ha aggiunto Di Stefano — «non possiamo dire la nostra in modo sporadico». Una posizione che non dispiace alla premier Giorgia Meloni. La quale — in un videomessaggio ieri all’assise caprese — ha chiesto che il «dinamismo e intraprendenza» delle imprese siano una base «per creare sinergie e collaborazioni di medio e lungo periodo con i giovani imprenditori africani». Da utilizzare anche sul fronte della formazione.
LA TRATTATIVA
Il Piano Mattei, con i suoi 5 miliardi e mezzo di investimenti, è un dossier sul quale Confindustria sta discutendo, in una fase di forte collaborazione per difendere gli investimenti, come dimostra l’ultimo vertice al Mef tra Giancarlo Giorgetti e il presidente Emanuele Orsini. Proprio a quel tavolo si sono messe le basi per una trattativa nella quale la collaborazione sul taglio agli sconti fiscali — i 150 miliardi di tax expenditures — passano per un alleggerimento dell’Ires per chi investe, con l’attuale aliquota dal 24 che potrebbe sotto il 20 per cento; il raddoppio delle risorse per i contratti di sviluppo (oggi c’è un miliardo); un maggiore impegno da parte pubblica sul Fondo Ipce (Importanti progetti di interesse comune europeo) per incentivare l’R&D di imprese e centri di ricerca. Il tutto mentre parallelamente si studia un piano di semplificazioni per l’accesso ai fondi di Transizione 5.0 e si moltiplicano le pressioni — sempre dalle aziende — per accelerare sul Pnrr. Temi da sempre al centro della piattaforma di Orsini che oggi interverrà a Capri.
Proprio guardando alla manovra, Di Stefano ha sottolineato che «l’impianto di finanza pubblica si basa sul rigore dei conti, ed è certamente un bene rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale. Le politiche abitative e la sperimentazione sui mini-reattori sono elementi positivi. Speriamo, però, non inizi l’era dei «contributi volontari»». Tornando al Piano Mattei, ha ricordato le potenzialità del progetto: «L’Africa ha a disposizione quanto c’è di più prezioso, oggi, ovvero energia e materie prime, di cui l’Europa ha un disperato bisogno per produrre e alimentare le tecnologie delle transizioni. Tutte: verde, digitale, dell’aerospazio e della difesa». In quest’ottica serve anche «una diplomazia aziendale». Mentre il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi chiede maggiore spazio per il private equity nella parte investimenti.
Da Viale dell’Astronomia ricordano, però, anche l’altra faccia della medaglia: la necessità del Vecchio Continente di ringiovanire la sua forza lavoro e di rafforzare la sua domanda interna, sempre più in controtendenza, e non solo in Italia, rispetto all’export. «Sappiamo che nell’Unione, al 2040, ci saranno 2 milioni di lavoratori in meno all’anno», conclude Di Stefano. In questa direzione il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha spiegato che «nello spirito del Piano Mattei c’è quello di contribuire alla formazione delle persone che vengono a lavorare in Italia».
Donato Ferri (EY) consiglia all’Italia di lavorare per «affermarsi come hub strategico europeo» verso l’Africa vista la nostra centralità nel Mediterraneo. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida — che ieri a Capri ha annunciato dopo la gestione della peste suina il ritorno del nostro prosciutto sul mercato canadese — ha spiegato che questa sfida si vince con «un modello culturale» nel quale si sommino generosità e una visione strategica del futuro «compatibile con i valori di riferimento che ci sono propri». La collega, responsabile dell’Università, Annamaria Bernini, guarda invece alla leva della «diplomazia scientifica». Dario Scannapieco, ad di Cdp, ha rivendicato «un ruolo centrale sul fronte finanziario» per via Goito in questa partita. Regina Corradini D’Arienzo, amministratrice delegata di Simest, invece ha annunciato il lancio, «nell’ambito del Piano Mattei con la regia della Farnesina, della nuova «misura Africa», che ha l’obiettivo di favorire la crescita delle imprese italiane nel continente africano, estendendo per la prima volta l’operatività a un ambito cruciale come la formazione del personale».
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