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chat, mail e documenti al setaccio. Il giallo delle conversazioni di Boeri


«Siamo ben contenti se ci “obbligate” ad avere un ingresso verso il parco». È questo uno dei tanti tentativi dell’archistar Boeri, che scrive a una persona a lui vicina nella Commissione per il paesaggio, «di orientare le sedute verso soluzioni a lui gradite». Ed è questo uno dei tanti “scambi” contenuti nelle chat, mail, documenti digitali ma anche cartacei sequestrati agli indagati — in tutto sono 74 — nella maxi inchiesta sull’urbanistica meneghina. Dopo la copia forense dei dispositivi, gli inquirenti inizieranno a cercare tra conversazioni e documenti, tramite una lista di parole chiave che verrà stilata nei prossimi giorni, ulteriori prove per blindare le accuse. Un dubbio però riguarda le chat presenti nel cellulare di Boeri. Già indagato per turbativa d’asta per la Biblioteca europea di Milano pochi mesi fa, aveva cancellato dal suo cellulare i messaggi scambiati con un altro soggetto coinvolto ed era passato alla messaggistica Telegram, che permette l’autoeliminazione dei testi in poche ore. Secondo gli inquirenti, quindi, potrebbero non esserci chat sensibili nel suo telefono e in quest’ottica, per chi indaga, assume anche una certa rilevanza quel «Vai sulla chat importante!» che Boeri il 5 febbraio 2019 inviava al sindaco di Milano Beppe Sala.

Lo stadio

Centinaia i messaggi che i due si scambiavano e che ora sono agli atti, anche quelli su San Siro. Lo stadio, secondo i pm, era uno degli «obiettivi» del «patto di corruzione», sul quale quasi tutti gli indagati si erano attivati, compresi Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio e Federico Pella, manager della società J+S. Tra la documentazione sequestrata — e ritenuta interessante — anche alcuni appunti dell’imprenditore di Bluestone Andrea Bezziccheri (al quale sono stati trovati 120 mila euro in contanti in una cassetta di sicurezza). Intanto ieri è arrivata la prima comunicazione ufficiale di una delle figure centrali dell’inchiesta, il ceo di Coima Manfredi Catella, che ha assicurato di «produrre tutte le prove oggettive della non corrispondenza al vero» delle accuse della Procura.

I testimoni

Due fino ad ora i dirigenti del Comune ascoltati come testimoni: Guido Riganti, direttore per la Rigenerazione urbana, e Marino Bottini, dirigente dell’Area pianificazione urbanistica. Sarebbe stato proprio Riganti a firmare una disposizione del 30 maggio scorso in merito agli interventi di demolizione e costruzione di edifici, con cui, secondo chi indaga, il Comune si è adeguato alla giurisprudenza della Cassazione, del Consiglio di Stato e del Tar.


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