La Banca centrale europea ha tagliato per la terza volta i tassi di 25 punti base. Il tasso sui depositi scende al 3,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e quello sui prestiti marginali al 3,65%. Lo comunica la Bce dopo la riunione nei pressi di Lubiana, in Slovenia. È il secondo consecutivo dopo quello di settembre ma anche quello che fino a poche settimane fa non era dato affatto per scontato.
«Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato» e prospettive di inflazione sono «influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economica», ha scritto la Bce spiegando così la decisione, presa oggi, di tagliare i tassi d’interesse di un quarto di punto.
«L’area euro non va verso una recessione e siamo diretti verso un atterraggio morbido», ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Lagarde si è soffermata comunque su alcuni rischi per lo scenario di crescita: un ulteriore inasprimento delle barriere commerciali costituirebbe «un rischio al ribasso» per le prospettive di crescita. la Bce inoltre monitora attentamente gli sviluppi nei due teatri di guerra, in Medio Oriente e Ucraina, i prezzi petroliferi e le misure di stimolo allo studio per l’economia cinese.
A inizio settimana, i mercati avevano già scontato non solo il calo di 25 punti base al termine della riunione in Slovenia, ma anche un successivo taglio della stessa natura, che porterebbe quindi il tasso sui depositi al 3%, nella prossima e ultima riunione dell’anno, in calendario il 12 dicembre a Francoforte. In precedenza, era stato il governatore della Banque de France e membro “colomba” del consiglio direttivo della Bce François Villeroy de Galhau a descrivere l’intervento come «molto probabile» fino a spingersi ad affermare che tale misura «non sarà l’ultima» poiché «la vittoria contro l’inflazione è in vista».
Gli effetti
Anticipando gli effetti del nuovo taglio (e nel contesto dell’incertezza legata alle presidenziali americane), l’euro è sceso ai minimi da due mesi, scambiato a 1,09 dollari. Secondo le stime di Facile.it, la riduzione di 25 punti base dovrebbe tradursi nei prossimi mesi in un calo ulteriore di circa 18 euro nella rata dei mutui a tasso variabile. Finora gli interessi sono scesi di circa 36 euro in seguito ai due tagli già messi a segno dalla Bce; se la stretta monetaria dovesse continuare ad allentarsi anche nei prossimi mesi, ciò comporterebbe 95 euro in meno sui mutui variabili entro la fine del 2025.
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