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attese misure su abusi storici e l’introduzione del silenzio assenso


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Il Consiglio dei ministri torna a parlare di riforme ma, questa volta, al centro dell’agenda politica non ci sarà né la giustizia né la legge elettorale. A occupare la scena è un intervento inedito, destinato a ridisegnare in profondità il settore edilizio. È infatti in attesa di approvazione il disegno di legge delega per la revisione del Testo Unico dell’Edilizia (TUE): una riforma che punta soprattutto alla semplificazione delle procedure, alla digitalizzazione, al superamento della frammentazione normativa tra le Regioni e al riordino dei titoli edilizi. L’obiettivo, ha dichiarato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è quello di «offrire al settore un Codice fondato su regole chiare e semplici, per evitare che in futuro, a causa di ambiguità normative, possano nascere contenziosi». Il governo avrà 12 mesi di tempo per adottare i decreti legislativi attuativi, con l’ambizione di varare una riforma ampia e organica, capace di superare le disparità generate dalle legislazioni regionali, garantire maggiore certezza normativa e prevenire possibili conflitti di natura costituzionale.

Cinque gli articoli destinati a ridisegnare il settore. Secondo la relazione illustrativa, uno dei punti chiave è la riduzione dei tempi necessari per il rilascio dei titoli edilizi. La riforma introduce strumenti pensati per garantire il rispetto delle scadenze e rafforza istituti come il silenzio-assenso e il silenzio-devolutivo: meccanismi che, in assenza di risposta dell’amministrazione entro un termine prestabilito, considerano accolta la richiesta del cittadino.
Un altro capitolo centrale riguarda gli abusi “storici”. La delega punta a semplificare e razionalizzare i procedimenti per il rilascio o la formazione dei titoli in sanatoria, prevedendo iter più snelli per la regolarizzazione delle irregolarità realizzate prima dell’entrata in vigore della legge del 6 agosto 1967.
Sul fronte sanzionatorio, il disegno di legge mira a rendere il sistema più proporzionato ed efficace: le sanzioni saranno commisurate all’entità dell’intervento, alla gravità della difformità e al valore delle opere, con particolare attenzione agli immobili sottoposti a tutela.
Completano il quadro le misure dedicate alla digitalizzazione e al riordino delle agevolazioni fiscali.

Da un lato, l’introduzione di strumenti come il fascicolo digitale delle costruzioni e l’interoperabilità tra le banche dati pubbliche promette maggiore trasparenza e tracciabilità; dall’altro, un nuovo assetto delle norme fiscali punta razionalizzare i regimi sanzionatori propedeutici al rilascio dei relativi titoli in sanatoria, commisurandoli all’entità della trasformazione edilizia o urbanistica, alla gravità della difformità ovvero al valore delle opere realizzate, tenuto conto anche della disciplina dei beni sottoposti a tutela.


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