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«Attenti allo smartphone non può assorbire la vita»


CAGLIARI Dalla Sardegna, la regione con una dei tassi più alti di dispersione scolastica, l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La scuola sia luogo di inclusione, vero luogo di riscatto e speranza, dove debbono essere abbattute le diversità, perché abbiano bisogno di una società migliore». Alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno scolastico, che stavolta ha avuto come scenario il Convitto “Vittorio Emanuele II” di Cagliari, il Capo dello Stato è stato diretto soprattutto quando si è rivolto agli studenti, oltre 1600, che affollavano il piazzale: «Lo smartphone – ha detto – è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca ed emozionante». Poi insiste: «Non potete correre il rischio che lo strumento tecnologico assorba la quasi totalità della vostra vita. Tutti noi abbiamo bisogno di luoghi in cui le persone dialogano, s’incontrano ancora faccia a faccia. La scuola è proprio uno di questi luoghi ideali, in cui i ragazzi, insieme ai loro insegnati, possono capire quanto il progresso del sapere abbia bisogno d’identità umane reali e non virtuali».

LA CERIMONIA

È stato un pomeriggio – presentato da Eleonora Daniele e Pierpaolo Spolloni – festoso, allegro, persino confuso in alcuni momenti, ma comunque di profonda riflessione. Lo è stato sul palco, dove si sono alternate testimonianze di successo, come quelle delle giocatrici della Nazionale di volley, che a Parigi ha vinto l’oro olimpico, guidata da Julio Velasco, sicuro nel sostenere, rivolgendosi agli adulti: «Nei giovani dobbiamo credere, ma spetta a noi dar loro gli strumenti perché si possano costruire un futuro». Presenti le delegazioni di studenti da ogni regione, che hanno cantato l’Inno d’Italia a gran voce. Poi le note della colonna sonora, dolcissima e struggente, del prossimo film sulla storia di Andrea, il “Ragazzo dai pantaloni rosa”, appunto, cantate da Arisa, con emozione e trasporto. Ospiti il maestro Allevi, il ministro allo Sport Abodi, il presidente del Coni Malagò, quello del Comitato Paralimpico Pancalli. Poi le testimonianze di rinascita, come quando al microfono ha parlato Teresa Manes, madre di Andrea, 15 anni, il “Ragazzo dai pantaloni rosa”, che travolto dal cyberbullismo finì per suicidarsi, nel 2015. «Ogni volta che racconto la storia di mio figlio – ha detto – è come se, ogni volta, aprissi e chiudessi la sua bara. È un dolore, ma lo devo fare, lo sento come dovere sociale». Andrea Spezzacatena era un adolescente sensibile e gentile, bersagliato dai compagni via Fb perché voleva indossare dei pantaloni macchiati di rosa. Sono le brutalità della vita di questi giorni, dirà il presidente della Repubblica, «cui dobbiamo opporci con determinazione, perché la tecnologia non deve trasformarsi in una barriera divisiva tra gli stessi giovani e neanche fra i giovani e gli adulti. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria in cui rischiano di essere imprigionati». Un messaggio anche ai prof e alle famiglie: «Centro, cuore e ragione della scuola sono i ragazzi. E noi adulti dobbiamo ricostruire il patto educativo tra famiglie e insegnanti. I genitori devono essere attenti a non trasferire le loro ansie sui giovani, vedendo nei docenti non una controparte ma interlocutori». Ai professori «si chiede molto, talvolta troppo, anche a fronte di retribuzioni non spesso all’altezza di altri Paesi europei ed è questo un grande problema che va affrontato concretamente». Impegno già recepito dal governo, come spiega il ministro alla Scuola Giuseppe Valditara: «Quest’anno avremo in servizio il 17% in più di personale, con 155mila immissioni di insegnanti di ruolo entro dicembre, e poi questo Governo ha chiuso due contratti a favore del personale scolastico, dopo che gli stipendi sono rimasti bloccati addirittura dal 2009 fino al 2020». Il ministro aggiunge. «Il presente è l’aver vietato l’uso dei cellulari in classe fino alla Terza Media e l’aver reintrodotto l’insegnamento dell’educazione civica, due passaggi fondamentali». Poi ha guardato al futuro, ribadendo che «quest’anno l’Italia sarà una delle prime Nazioni a sperimentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per potenziare la didattica».

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